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12 giorni di chiusura obbligatoria per tutti gli esercizi commerciali in concomitanza con le maggiori festività civili e religiose

CALTANISSETTA, 01/07/2014 -

La Commissione Attività Produttive della Camera ha emanato un testo base unificato che dispone 12 giorni di chiusura obbligatoria per tutti gli esercizi commerciali in concomitanza con le maggiori festività civili e religiose. Per ogni Comune è previsto un 'pacchetto' di 6 giorni in deroga.

La X Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati ha emanato un testo base unificato sulla "disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali" che a breve sarà discusso in Parlamento. Il testo dispone dodici giorni di chiusura obbligatoria per tutti gli esercizi commerciali (esclusi pubblici esercizi, edicole, fiorai e stazioni di servizio), in concomitanza con le maggiori festività civili e religiose:  primo gennaio, Epifania, 25 aprile, Pasqua, Pasquetta, primo maggio, 2 giugno, Ferragosto, primo novembre, 8 dicembre, Natale e Santo Stefano. Inoltre prevede che i Comuni, consultate le associazioni di categoria, possano sostituire fino a sei di tali festività con altrettanti giorni di chiusura nel corso dell'anno. Proposti, infine, incentivi fiscali e contributi (per ristrutturazioni, informatizzazione, efficienza energetica) a favore dei negozi fino a 150 metri quadri nei Comuni con meno di 10mila abitanti e fino a 250 metri quadri negli altri.

Confcommercio: "deroghe certe dentro leggi chiare è la giusta direzione"

"Per affrontare il tema degli orari degli esercizi commerciali bisogna innanzitutto sgombrare il campo da luoghi comuni e riportare le opinioni di parte nel loro alveo naturale. A cominciare dal provvedimento Monti del 2011 sulla liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura degli esercizi commerciali che, infatti, non è stato di stimolo ai consumi, rimasti drammaticamente fermi al palo, né tantomeno ha favorito la crescita occupazionale e non ha portato alcun ulteriore beneficio ai consumatori. Ma soprattutto, perché il valore del pluralismo distributivo non può essere derubricato a fatto marginale perché questo modello risponde alle mutate esigenze dei consumatori, ai diversi stili di vita e corrisponde alla orografia del nostro paese. Dunque, il tema non è solo economico ma ha anche riflessi di natura sociale che, nel rispetto della nostra cultura, non possono essere ignorati": è quanto afferma Confcommercio-Imprese per l'Italia circa la discussione in corso sul provvedimento in materia di orari di apertura degli esercizi commerciali. "Il commercio, che peraltro continua a scontare gli effetti di una recessione che sembra non finire mai, è un settore già liberalizzato da tempo e che ha lasciato sul mercato solo imprese competitive. Inoltre, rispetto agli altri paesi, il sistema italiano della distribuzione commerciale, fatto di piccole, medie e grandi imprese, assicura ai consumatori livelli di servizio fra i più elevati in Europa e gli esercizi commerciali italiani risultano mediamente più aperti. In questo quadro - conclude Confcommercio - il nuovo testo unificato presentato dalla Commissione attività produttive della Camera va certamente nella giusta direzione e risponde sostanzialmente alle richieste più volte avanzate da Confcommercio perché coglie l'obiettivo di avere deroghe certe dentro leggi chiare. Infatti, un minimo di regolamentazione certamente contribuisce a consolidare il modello distributivo italiano consentendo ai territori di valorizzare la propria vocazione turistica e commerciale, anche in particolari periodi dell'anno, e alle imprese di contenere i costi e di avere una corretta e certa attività di gestione garantendo, al tempo stesso, un adeguato livello nell'offerta dei servizi ai consumatori". Confcommercio auspica infine che il governo "metta a disposizione adeguate risorse per il fondo per il sostegno delle micro, piccole e medie imprese del commercio previsto dal nuovo testo unificato, strumento indispensabile per il comparto specialmente in una fase in cui la crisi non è ancora superata".


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